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La moda del piercing è sempre più in voga e ad oggi l’inserimento di oggetti metallici sulla lingua, le labbra o le guance rappresenta una popolare forma di espressione, in particolare tra i giovani. Secondo una recente indagine dell’Eurispes il 20 per cento degli italiani tra i 12 e i 18 anni ha almeno un piercing. A cedere più facilmente a questa moda sono le ragazze, il 25,6 per cento, contro il 14,4 per cento dei coetanei maschi. Chi è interessato a questa tendenza però, dovrebbe essere al corrente che tale procedura non è priva di complicanze e di rischi per la salute.

Esistono implicazioni mediche rilevanti e generalmente sconosciute o sottovalutate da chi si sottopone a queste pratiche. Molto spesso i piercing vengono effettuati da operatori privi di qualunque specializzazione professionale oltre a quella derivata dall’esperienza e che possono avere gravi carenze dal punto di vista anatomico e clinico. In questi casi, gli interventi possono essere eseguiti senza anestesia e con un controllo del tutto inadeguato delle infezioni, mentre il follow-up è in genere inesistente.
Non è dunque sorprendente che sia stata documentata una grande varietà di complicazioni associate ai piercing orali. Il medico o l’odontoiatra vengono spesso chiamati in causa solo quando il problema si è manifestato in tutta la sua gravità.

piercing alla lingua oppure alle labbra, infatti, possono provocare tutta una serie di problemi. Se facciamo un piercing alla lingua, accresce fortemente il rischio di infezioni, per cui bisogna far controllare lo stesso piercing ad un dentista professionista e di cui abbiamo la massimo fiducia. Inoltre, è molto importante scegliere il professionista da cui farsi fare il piercing. Deve essere necessariamente pulito ed usare degli strumenti sterilizzati.

La parte del piercing che danneggia maggiormanete i nostri denti e le nostre gengive è la chiusura (la pallina): se preme contro la gengiva, potrebbe contribuire a generare  tasche gengivali.

A maggior ragione, chi ha un piercing in bocca dovrebbe curare con attenzione sempre maggiore la propria igiene orale, lavandosi spesso i denti ed usando il colluttorio. Altrettanto frequenti dovrebbero essere i controlli dal dentista.
Di solito il piercing viene eseguito senza anestesia, ponendo in tensione con pinze atraumatiche la zona di epidermide o di mucosa interessata e praticando il foro con aghi che tagliano il tessuto. Questa operazione è di solito svolta dal “piercer”, che non è un medico. Mentre alcuni piercer lavorano in ambienti igienicamente controllati, altri sono operatori improvvisati con scarsa cultura igienico sanitaria. È intuitivo che se non si utilizzano strumenti sterili o monouso, il rischio di infezioni da virus o da batteri (HBV, HCV, HIV, stafilococchi eccetera) è elevato. Altro problema è costituito dalla possibile insorgenza di eventi allergici al nichel o altri metalli presenti nei monili applicati.

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Sandro Siervo

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